Go to content

GUARDIA DI FINANZA CREMONA: OPERAZIONE “SCATOLE CINESI”. CONFISCATO PER EVASIONE FISCALE IL PATRIMONIO DI UN IMPRENDITORE OPERANTE NEL SETTORE DELLE MANIFATTURE TESSILI

DIEGO CROTTI PHOTOGRAPHY
I militari della Compagnia di Crema, in esecuzione di una sentenza di condanna definitiva emessa dal Tribunale di Cremona, hanno confiscato il patrimonio mobiliare ed immobiliare, dal complessivo valore di 330 mila euro, nella disponibilità di un imprenditore di nazionalità cinese operante nel settore delle manifatture tessili nel comune di Castelleone che, negli scorsi anni, si era reso responsabile di evasione fiscale e che, per tali fatti, è stato condannato alla pena di tre anni di reclusione ed espulso dal territorio nazionale.
Lo schema evasivo realizzato dall’imprenditore, stabilitosi sul territorio nazionale a partire dai primi anni 2000, era stato portato alla luce dalle indagini effettuate, tra il 2016 ed il 2017, dalle Fiamme Gialle di Crema su delega della Procura della Repubblica di Cremona e consisteva nell’esercizio dell’attività manifatturiera presso uno stabilimento di Castelleone attraverso la gestione occulta di società, formalmente amministrate da connazionali (anch’essi condannati al termine del processo), che dopo qualche anno dall’avvio cedevano l’attività ad una nuova società senza effettuare dichiarazioni fiscali e, conseguentemente, senza pagare le imposte dovute.
In questo modo l’imprenditore riusciva ad eludere i controlli del fisco, non figurando come effettivo gestore dello stabilimento produttivo, e proseguiva indisturbato la propria attività con nuove società, costituite di volta in volta, così sottraendosi sistematicamente al pagamento dei tributi.
Al termine delle indagini, pertanto, le Fiamme Gialle di Crema avevano assoggettato a sequestro preventivo per equivalente, disposto dal G.I.P. presso il Tribunale di Cremona, un patrimonio dal complessivo valore di 330 mila euro composto da 2 immobili e 4 veicoli, nonché il saldo attivo di conti correnti personali e denaro contante rinvenuto nel corso di una perquisizione effettuata all’interno dell’abitazione dell’imprenditore.
Il patrimonio dell’imprenditore, con il passaggio in giudicato della sentenza di condanna, è stato così definitivamente confiscato e reimmesso interamente nella disponibilità dello Stato.
L’azione di servizio, svolta in stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, testimonia l’impegno quotidianamente profuso dal Corpo, quale presidio della sicurezza economico-finanziaria, ai fini della repressione delle frodi fiscali, costituenti un grave ostacolo allo sviluppo economico del Paese e della conseguente aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, per restituirli a beneficio della collettività.



Back to content